18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

18 giugno 2013 CAMBIA LA VITA NEL CONDOMINIO UNISCITI A NOI IN DIFESA DEI DIRITTI DEI CONDOMINI

venerdì 31 gennaio 2014

Sicurezza nei condomini, ancora troppi incidenti causati dai cancelli

In Italia in 4 anni 69 incidenti gravi e 27 morti causati dai cancelli automatici e manuali. Trascurata la manutenzione e le norme di sicurezza

Tra il 2008 e il 2012 in Italia sono stati 69 gli incidenti gravi causati dai cancelli automatici e manuali con 27 morti (spesso anziani e bambini) vittime di schiacciamento o ribaltamento del cancello, oltre a migliaia di incidenti più lievi.
Questo dato dell’Osservatorio Permanente Cancelli è emerso durante il convegno “Automazioni, videosorveglianza, sicurezza e privacy in condominio” che si è svolto ieri a Firenze, presso la sede di Confartigianato, organizzato da FNA Federamministratori Toscana, la federazione regionale degli amministratori condominiali.
Con la crisi meno manutenzione
“Sono ancora troppi gli incidenti gravi causati da guasti o cattivo uso dei cancelli sia automatici che manuali – ha dichiarato Franco Pagani (al centro nella foto), presidente di FNA Toscana - il nostro compito è quello di garantire la sicurezza dei condomini anche su aspetti spesso considerati marginali come tutto quello che riguarda le automazioni. Purtroppo con la crisi molto spesso vengono trascurate le più elementari norme di manutenzione e sicurezza e questo aumenta il rischio di incidenti e malfunzionamenti. Bisogna portare avanti un’opera di sensibilizzazione per far considerare i cancelli per quello che sono secondo le normative, e cioè macchine a tutti gli effetti con la loro potenziale pericolosità”.
I criteri nella Direttiva Macchine
“Esiste una normativa europea (recepita già con DPR del 1996), la “Direttiva Macchine” che definisce i criteri costruttivi e installativi per i dispositivi di sicurezza in materia di cancelli e portoni motorizzati che spesso non vengono rispettati. Per ridurre i rischi – ha concluso Pagani – è importante informare i condomini di come comportarsi correttamente davanti ad un cancello mentre gli amministratori devono avvalersi di fornitori professionali e in grado di assicurare una corretta installazione e la manutenzione necessaria dei cancelli”.
Fonte  ww.casaeclima.com



mercoledì 29 gennaio 2014

Dietro al terremoto dell’Inps spunta la guerra del mattone Ecco chi vuole spartirsi la torta

by LANOTIZIAgiornale.it

di Stefano Sansonetti  

Una partita immobiliare miliardaria, senza esclusione di colpi. Al momento sembra essere sfuggita ai radar, ma la questione potrebbe aver giocato un ruolo non marginale nel terremoto che nei giorni scorsi ha investito il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, finito sul registro degli indagati per la vicenda dei presunti rimborsi gonfiati all’Ospedale Israelitico. Vicende apparentemente separate, ma forse legate in quella guerra di potere che potrebbe aver preso di mira il numero uno dell’ente previdenziale. Chi gestisce l’immenso patrimonio immobiliare dell’Inps? Una domanda a cui molti vorrebbero rispondere, visto che si tratta di circa 13 mila immobili ereditati dalla fallimentare esperienza di Scip 2, il cui valore è stato stimato in 1,5 miliardi di euro. Ebbene, su questo bendidio di proprietà dell’Inps si è scatenata una guerra tra due colossi del mattone come Prelios e Romeo Gestioni. Con effetti che però si sono allargati ad altri centri del potere finanziario.
La vicenda
Diciamo subito che ben tre anni fa l’Inps ha predisposto una gara per la gestione del suo ingente mattone. Non roba da poco, perché oggetto della commessa sono attività come la gestione dei rapporti con gli inquilini, il recupero delle morosità pregresse, la manutenzione degli immobili e una generale attività di valorizzazione del patrimonio. Insomma, servizi assolutamente indispensabili per rendere più redditizio un patrimonio praticamente abbandonato a se stesso, dal quale l’Inps ricava poco o nulla. Per i big del mattone è un’occasione d’oro, non solo perché la commessa vale 44 milioni di euro in tre anni, ma anche perché si tratta solo di una tappa che dovrebbe portare alla costituzione di un vero e proprio fondo immobiliare legato all’Inps a cui conferire gli asset. Questo era il progetto di Mastrapasqua, nel frattempo diventato presidente di Idea Fimit, uno dei più grossi gestori di fondi immobiliari, con un evidente rischio di conflitto d’interessi. E qui si scatena la bagarre, con un mucchio di offerte arrivate all’ente previdenziale. Il quale, nel maggio 2012, giunge a un’aggiudicazione provvisoria: l’appalto viene assegnato a un raggruppamento guidato da Prelios, l’ex Pirelli Re, oggi di fatto guidata e controllata da Massimo Caputi in compagnia di Intesa, Unicredit e della Camfin di Marco Tronchetti Provera. Con Prelios mettono le mani sulla commessa anche altri pezzi da novanta del mattone come Gabetti (tra i cui soci forti c’è il gruppo Marcegaglia), ExitOne (che tramite il gruppo Sti fa capo all’immobiliarista torinese Ezio Bigotti) e Siram, direttamente riconducibile al colosso francese Veolia.
La guerra
All’aggiudicazione definitiva si arriva un anno dopo. A prevalere è sempre il raggruppamento guidato da Prelios, sul quale però si abbatte il ricorso della Romeo Gestioni, finita dietro ai vincitori. La Romeo, che fa capo all’imprenditore Alfredo Romeo (in passato protagonista di diverse vicissitudini giudiziarie e recentemente assurto agli onori della cronaca come finanziatore di Matteo Renzi) fa ricorso al Tar, perdendo. Ma non si dà per vinta, e al Consiglio di Stato riesce a vincere, ottenendo la sospensione della procedura. Per i rappresentati del raggruppamento inizialmente vincitore si tratta solo di un cavillo formale. Per Romeo, invece, parliamo di una questione dirimente, in grado di rimettere totalmente in pista la società. La conclusione? Che dopo tre anni dall’indizione della gara siamo ancora in stand-by, con una gestione del patrimonio immobiliare dell’Inps che verosimilmente continua a non essere molto profittevole.
Il precedente
E pensare che la gara, oggi finita nel pantano, aveva proprio l’obiettivo si sbarazzarsi della fallimentare gestione condotta dalla Igei, la società immobiliare controllata al 51% dall’Inps. La parte restante del capitale, proprio a dimostrazione degli interessi che girano intorno al mattone previdenziale, fa capo a società private come la cooperativa rossa Cmc di Ravenna (9,6%), la Vianini del gruppo Caltagirone (9,6%) e la stessa Prelios (9,6%), che ha ereditato una vecchia partecipazione della società Cagisa, poi incorporata in Pirelli Re. La Igei, a conferma dei risultati non proprio brillanti, è in liquidazione nientemeno che dal 31 dicembre del 1996, ma ancora non si riesce a chiudere.
Un faro acceso
Di sicuro la partita immobiliare, secondo quanto risulta a La Notizia, ha fatto capolino ieri all’interno di una riunione del collegio sindacale dell’Inps. E’ possibile, secondo alcuni ragionamenti, che gli interessi scatenati dalla commessa abbiano influito sul terremoto che ha colpito Mastrapasqua. L’obiettivo di far confluire il pacchetto immobiliare all’interno di un fondo ad hoc, forse, non è stata digerita da alcuni grossi gestori. Chissà, magari è solo uno spicchio di verità. Di sicuro sul mattone dell’Inps è in atto una guerra.

IMU e TARES: come pagare in ritardo

Come pagare mini IMU, TARES e maggiorazione standard in ritardo senza rischiare pesanti multe.


Mini IMU e TARES, pagare in ritardo con il ravvedimento operoso
Le scadenze per il versamento della mini IMU (conguaglio pari al 40% della differenza tra l’aliquota IMU deliberata dal                                Comune e l’aliquota base del 4 per mille) e TARES (tariffa e maggiorazione standard pari a 30 centesimi al metro quadro) sono ormai passate, ma per chi avesse dimenticato uno di questi appuntamenti, o abbia avuto problemi con i pagamenti, c’è ancora tempo per rimediare senza incombere in pesantissime sanzioni.

Sanzioni

Le multe scatteranno infatti nel caso in cui il contribuente non provveda al pagamento entro un anno, l’importo è pari al 30% della somma dovuta, più gli interessi di mora dell’1 per mille annuo, più le spese per la notifica.

Ravvedimento operoso

Per ridimensionare i danni si può invece procedere con il ravvedimento operoso, che prevede sanzioni ridotte e di importo crescente a seconda di quanto tempo ci mette il contribuente a rimediare al mancato pagamento delle imposte:
  • ravvedimento oneroso sprint, va effettuato entro 14 giorni dalla scadenza originaria e prevede la maggiorazione dello0,2% di sanzioni per ogni giorno di ritardo;
  • ravvedimento breve, può essere effettuato a partire dal quindicesimo al trentesimo giorno di ritardo dalla scadenza del pagamento, in questo caso la sanzione viene ridotta al 3% dell’importo;
  • ravvedimento lungo, dal quindicesimo giorno e entro un anno dalla scadenza originaria la sanzione viene ridotta al 3,75% dell’importo.

TARES

Per quanto riguarda eventuali ritardo nel pagamento della TARES, visti i numerosi problemi riscontrati nei diversi Comuni italiani, in caso di mancato invio del bollettino del saldo TARES 2013 e del modello F24 relativo ai servizi indivisibili da parte del Comune non è stata prevista alcuna sanzione in caso di maggiorazione TARES insufficiente o non effettuata (leggi come pagare la TARES anche senza bollettino).
Fonte PMI

lunedì 27 gennaio 2014

Lombardia: presto nuovo sistema informatico per tracciabilita' appalti



(ASCA) - Milano, 23 gen 2014 - La Commissione Speciale Antimafia, ha incontrato il Presidente, generale Mario Forchetti, e i membri del Comitato per la trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri della Giunta regionale. ''L'interessante audizione del Comitato - ha spiegato il Presidente della Commissione, Gian Antonio Girelli - ha permesso di evidenziare, fra gli altri temi, la necessita' di incrementare ulteriormente le forme di controllo nella gestione dei sub-contratti avvalendosi della normativa esistente e sviluppando sempre piu' forme di monitoraggio, tese ad individuare segnali di possibili tentativi di infiltrazioni mafiose''. Il Comitato, istituito con legge regionale, ha il compito di monitorare contratti e appalti e ha iniziato i suoi lavori nel giugno dello scorso anno. Il presidente Forchetti ha illustrato alla Commissione l'attivita' svolta, con particolare riferimento ai cantieri aperti in vista di Expo 2015. Il generale ha ricordato come dagli incontri e dagli atti esaminati sia emersa la necessita' di intensificare la tracciabilita' dei flussi finanziari e dei contratti, riferiti agli appalti e ai sub appalti. In sinergia con Infrastrutture Lombarde Spa, si e' quindi deciso di mettere a punto una nuova metodologia informatizzata che consenta una precisissima radiografia di tutta la filiera relativa ai contratti in essere e di tutti i flussi degli appalti e la tracciabilita' del denaro pubblico speso per le opere. La documentazione sara' messa a disposizione anche delle forze di Polizia, per contrastare i rischi di infiltrazioni mafiose

L’etica dell’architetto e il giuramento di Vitruvio

di Alessandro Mortarino by www.salviamoilpaesaggio.it/
Salvatore Settis ha lanciato, dalle colonne de “Il Sole 24 Ore” di domenica 12 gennaio, una proposta che ritengo non debba passare inosservata e che riguarda un necessario codice etico di cui anche i professionisti del mondo dell’architettura dovrebbero dotarsi con urgenza.

Settis antepone la sua proposta con la considerazione di quanto le devastazioni del nostro paesaggio non possano essere esclusivamente addebitate alla «perversa alleanza tra forze diverse dell’imprenditoria, della finanza, della politica e delle mafie. Ma ne sono responsabili anche architetti, ingegneri e urbanisti» (e mi verrebbe da aggiungere anche i geometri) …

Se accettiamo questa corresponsione di responsabilità, allora è nel campo etico che dobbiamo agire, prendendo ad esempio ciò che per la professione medica rappresenta il «giuramento di Ippocrate: regolerò ogni prescrizione per il giovamento del malato secondo le mie possibilità e il mio giudizio; e giuro che mi asterrò dal recar loro qualsiasi danno e offesa (…). In qualsiasi casa io entri, giuro che vi entrerò solo per il bene dei malati, astenendomi da ogni offesa volontaria e da ogni abuso».
 Il prof. Settis propone di creare un analogo “giuramento” anche per la professione dell’architetto, poggiando sulle caratteristiche descritte da Vitruvio nei primi passi del suo trattato “De architectura”: «La scienza dell’architetto richiede l’apporto di molte discipline e di conoscenze relative a svariati campi. Egli dev’essere in grado di giudicare i prodotti di ogni altra arte. La sua competenza nasce da due componenti: quella pratica, che è la costruzione e quella teorica. La “fabrica” consiste nell’esercizio continuato e ripetuto dell’esperienza costruttiva, che si concreta quando l’architetto di sua propria mano, sulla base di un disegno progettuale, realizza l’edificio desiderato. La ratiocinatio consiste nella capacità di esporre e spiegare gli edifici, una volta costruiti con debita diligenza, secondo computi matematici e proporzionali. Solo chi padroneggia sia la pratica che la teoria è dotato di tutte le armi necessarie e può conseguire pieno successo (…). L’architetto deve dunque avere ingegno naturale ma anche sapersi sottoporre alle regole dell’arte (…) Deve avere cultura letteraria, essere esperto nel disegno, preparato in geometria e ricco di cognizioni storiche; deve avere nozioni di filosofia e di musica, saper qualcosa di medicina e di diritto, ma anche di astronomia e astrologia».

Per Settis, dunque, un “giuramento di Vitruvio”, perfetto equivalente di quello di Ippocrate per i medici, avrebbe impedito a chiunque costruisce oggi in Italia di edificare a un passo dalle discariche campane o su pavimentazioni basate su rifiuti tossici, in Calabria come in Lombardia, poichè il suo giuramento lo avrebbe costretto a costruire solo «salubres habitationes»; e neppure una “archistar” avrebbe potuto garantire una «copertura professionale».

Le qualità che Vitruvio chiedeva all’architetto sono ancora attuali?, domanda Settis indicando l’arretramento delle scuole di architettura in tutto il mondo, in particolare nella storia dell’arte e della stessa architettura «quasi fosse un peso gravoso di cui liberarsi per vivere gloriosamente uno smemorato presente».
«Le urgenze del presente ci spingono a rileggere le vicende del passato non come mero accumulo di dati eruditi ma come memoria vivente delle comunità umane (…). E’ infatti dovere, anzi mestiere, di chi “fa storia” coltivare uno sguardo lungo, una visione delle cose e degli uomini che riguarda tanto il passato quanto il futuro, necessariamente imperniandosi sul presente ma non come spettatori passivi, bensì interpretandone le contraddizioni alla luce della storia, premessa necessaria per provare a costruire un futuro diverso e migliore».
Mi verrebbe da chiosare che «un futuro diverso e migliore» è l’unica nuova edificazione che oggi vorremmo concederci … !
E certamente un giuramento così etico, che coniughi il «rispetto della storia (e dei contesti)» e «l’attenzione per la salute; due facce della stessa medaglia» – così come il prof. Settis conclude il suo intervento propositivo – rappresenta un cardine per la professione del futuro (e del presente).

All’interno della nostra ramificata rete nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio, i sintomi di questo “nuovo codice etico” sono già ben presenti e l’esempio di quel gruppo di giovani (e non solo giovani) architetti “obiettori dal consumo di nuovo suolo”, che da mesi sta ricercando una strada collettiva per dirottare le richieste di chi spasima (sempre meno …) per una nuova villetta orientando, all'opposto, in direzione dell’individuazione di una diversa soluzione di recupero dell’esistente, mi pare già una pietra miliare. Che tutti ci auguriamo – Vitruvio in primis – diventi prassi.

E per restare nel solco dell’etica e della responsabilità sociale, come non ricordare le ripetute indicazioni del più grande sindacato italiano dei lavoratori del comparto delle costruzioni – Fillea Cgil – che invita ad azzerare le nuove edificazioni e riorientare il “mercato” verso il recupero e il riuso dell’enorme patrimonio immobiliare esistente ed oggi non utilizzato ? Qui trovate qualche utile informazione:
I segnali di un moderno Rinascimento sono molto più che un semplice desiderio interiore.
Ma ora tocca ai nipoti di Vitruvio …

venerdì 24 gennaio 2014

Condono edilizio: Ddl in Senato

Il Ddl che definisce le priorità per le procedure di demolizione dei manufatti abusivi e che rischia di tramutarsi in un nuovo condono edilizio.

E’ arrivato in Senato il disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizioni di manufatti abusivi”. Si tratta di un nuovo Ddl proposto del senatore Falanga (Forza Italia) che insieme alle procedure contro l’abusivismo edilizio potrebbe ripropone un condono edilizio e che sta scatenando le polemiche, in primis di Legambiente. L’obiettivo del Ddl dovrebbe essere quello di stabilire delle priorità per affrontare il problema degli abusi edilizi in Italia, che sta generando non poche emergenze sopratutto dal punto di vista del dissesto idrogeologico.

Le proteste

Secondo Legambiente, il testo nasconderebbe, sotto un elenco di priorità a cui le Procure devono attenersi nella scelta dei manufatti da demolire, «la chiara volontà di fermare le ruspe. Perché se prima di abbattere una villetta costruita sulla spiaggia, o addirittura un villaggio turistico, il magistrato dovrà obbligatoriamente demolire le case pericolanti, quindi quelle non finite, poi quelle utilizzate a scopi criminali e quelle di proprietà dei boss mafiosi, è evidente che non si farà nulla. Già oggi le demolizioni avvengono con il contagocce, tra l’ordinanza e l’intervento di demolizione passano spesso anche decenni, scanditi da ricorsi e contenziosi, spesso, più semplicemente, nessuno se ne occupa».

I rischi

In sostanza il rischio potrebbe essere quello di rallentare le procedure con la burocrazia e i ricorsi lasciando in piedi fin troppi edifici abusivi. Un pericolo piuttosto grave considerando che «l’abusivismo edilizio è un’autentica piaga del nostro Paese, e non sono bastati le frane e i morti degli ultimi anni per fare desistere una pattuglia di parlamentari campani dalla volontà di mantenere la scellerata promessa di condono edilizio fatta in campagna elettorale. Per queste ragioni, chiediamo al Senato di dimostrare senso di responsabilità e respingere il Ddl Falanga, perché altro non è che l’ennesimo tentativo di condono, il ventesimo, che si cerca di portare a buon fine», conclude Legambiente.

Le rassicurazioni

La senatrice del Pd Laura Puppato rassicura però: non ci sarà un nuovo condono edilizio, «l’originario disegno di legge della destra sulla demolizione dei manufatti abusivi è stato stravolto dal gruppo del Partito Democratico del Senato, nella Commissione Giustizia, proprio per evitare ogni nuovo condono edilizio, magari con la giustificazione dell’emergenza abitativa in Campania, e per rendere più certi gli abbattimenti. La legalità non poteva, non può e non potrà mai, per il PD, essere messa in discussione». In più il PD ha fatto sì che venisse approvato un emendamento per «evitare alle più efficienti Procure del Nord un’inutile burocrazia aggiuntiva. Approvando l’emendamento 1.200 si è scelto di non far precedere ogni demolizione ordinata dalle procure da un elenco dei fabbricati da demolire nel territorio con la denominazione in ordine ad ogni fattispecie, ma solo di considerare tutte le tipologie indicate abbattibili automaticamente, con la sola esclusione che a questo punto resta “burocraticraticamente onerosa” degli immobili comunque abitati da proprietari che non hanno alcun altra abitazione o che ne hanno una, ma intestata ad altra figura familiare. Si poteva fare di più e meglio, come sempre, ma il compromesso trovato è sicuramente molto buono. Stoppato per sempre il tentativo del condono, con questo provvedimento gli abbattimenti non solo sono possibili, ma risultano obbligatori, in particolare e prioritariamente laddove si sia edificato abusivamente in ambiti di rilevante impatto ambientale, su aree demaniali o con vincolo idrogeologico o laddove si sia costruita una seconda casa e quindi si sia speculato o peggio sia in proprietà della mafia. Con questo disegno di legge, dunque, si ripristina la legalità e si può dare inizio alle demolizioni».
Fonte: GreenStyle.it

lunedì 20 gennaio 2014

Commissione Urbanistica - Edilizia Privata.Nuovo Regolamento Edilizio



 Mercoledì 22 gennaio dalle ore 13.00 alle ore 14.30, la Commissione Urbanistica - Edilizia Privata discuterà dell’adozione del nuovo Regolamento Edilizio con l’audizione dei rappresentanti di ASSIMPREDIL, ANCE e LEGACOOP ABITANTI LOMBARDIA.
Sarà presente il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris


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sabato 11 gennaio 2014

Matera, crolla una palazzina in centro

Si cerca un disperso: sei persone salvate. L’ipotesi del cedimento strutturale[vai all'articolo]


Si scava ancora tra le macerie alla ricerca di uno o due dispersi a Matera, dove questa mattina, intorno alle 7.30, per motivi ancora da chiarire, è crollata una palazzina di tre piani in pieno centro storico. Sei persone sono state invece già tratte in salvo. Sul posto, in vico Piave, ci sono Vigili del Fuoco, Carabinieri e operatori del 118.

Impressionante la scena che si sono trovati davanti i soccorritori, che si sono subito accorti di alcuni lamenti provenienti dai resti della palazzina e hanno cominciato subito a scavare, a mano per timore di nuovi cedimenti. Il crollo ha infatti parzialmente coinvolto anche edifici attigui, che sono stati evacuati.

Il primo ad essere messo in salvo è stato un anziano, soccorso dai Vigili del Fuoco e dai sanitari del 118 che lo hanno trasportato all’ospedale Madonna delle Grazie della città lucana. Poi, dalle macerie si è levata una voce giovanile, si pensava di una ragazza. Poco dopo, spostando pietra a pietra, è stata recuperata una donna di 38 anni, ancora viva, tra gli applausi dei vicini e dei curiosi raccolti intorno al luogo del disastro. Sono due le persone che al momento risultano ancora disperse nel crollo: un uomo di 58 anni e una donna di 31. Per individuarli sono entrati in azione poco fa anche i cani.

Sul posto, fra gli altri, il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico, insieme al prefetto, Luigi Pizzi, al sindaco, Salvatore Adduce. «I Vigili del Fuoco - ha detto Bubbico - stanno operando in maniera encomiabile, scavando a mano tra le macerie. Speriamo che non ci siano morti». Sul luogo del crollo è giunto anche il pm della città lucana, Annunziata Cazzetta. Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), e l’assessore alle infrastrutture, Aldo Berlinguer, hanno fatto sapere di essere «in continuo contatto» con i funzionari della protezione civile impegnati nelle ricerche dei dispersi. Alcuni testimoni, abitanti della zona, hanno riferito di aver notato da alcuni giorni alcune crepe sulla facciata della palazzina crollata.     

sabato 4 gennaio 2014

Esame nuovo Regolamento edilizio

Prima Commissione del 2014

Martedì prossimo riprenderà l’attività consiliare del Comune di Milano, con la prima Commissione del 2014.
È stata fissata infatti il 7 gennaio, alle 14:30, la riunione della Commissione Urbanistica ed Edilizia privata, che esaminerà la delibera di adozione del  nuovo Regolamento Edilizio

Il nuovo Regolamento Edilizio di Milano, è stato  approvato venerdì 13 dicembre con delibera dalla Giunta comunale.